Articoli

La stanza buia

C'è stato un momento, un momento in cui volevo perdonare.

E perdonare significava prendere tutto il peso su di me, senza proferire verbo.

Il peso era troppo per me e ho chiuso gli occhi.

Ho ricordato.

Non con la mente

ma con il cuore.

Non con gli occhi

ma con lo stomaco.

Una disperazione mi ha attraversato il corpo

dalla testa ai piedi.

Sentivo le gambe dure, come se si impuntassero per non essere spostate.

E un attimo dopo,

la gola secca per le grida,

le guancia bagnate dalle lacrime disperate,

le braccia in alto e i pugni che battevano sulla porta.

Ero in una stanza buia e volevo uscire da lì.

Nessuno mi sentiva in quella stanza

Io gridavo perché non volevo stare lì al buio.

Mi faceva male la gola.

E nessuno mi sentiva.

Dopo

senza motivo

qualcuno veniva a chiedermi se volevo chiedere scusa e allora potevo uscire.

Così ho imparato a non parlare,

a controllare tutte le implicazioni prima di parlare,

a verificare come potessero reagire gli altri prima di far uscire il fiato dalla bocca.

Altrimenti avrei potuto finire di nuovo lì in quella stanza buia.

Ed ora immagino di chiedere a mia madre:

"Mamma, tu ti ricordi di quando mi chiudevi nella stanza buia?"

Mi si stringe il cuore.

"Come puoi chiedere questo a tua madre?"

Sento io il suo dolore per la vergogna, di aver fatto questo ad una bambina.

Una, due,… molte volte.

E a me rimane il dubbio:

"Cosa facevo di così terribile per meritare questa punizione?"

Fa male ancora, e ancora.

E sento una stretta dietro la schiena,

come se ancora qualcuno mi volesse trattenere.

E la stanza buia ora non c'è più!

"Mara, non ti riconosco più!"

Quanto sollievo ho provato quando hai pronunciato quella frase.

Quanto orgoglio e quanta vita! Ancora tutta da scoprire!!

Mi ero ribellata, ero uscita dalla stanza, ero andata lontano, molto lontano,

Avevo disubbidito alle mille raccomandazioni e consigli con cui mi avevi accompagnato per tutti questi anni.

Il prezzo da pagare, che da quando non sento più il guinzaglio,

quella stretta un po' mi manca ed allora me la vado a ricercare.

Ho provato rabbia perché non riuscivo ad uscire dai mille binari

che hai dovuto costruire per non farmi sbandare,

dalle mille reti che hai dovuto mettere tra me e il mondo per non farmi giocare.

"La Vita è una cosa seria!" mi dicevi.

Non riuscivo ad uscire dalle mille scuse che hai dovuto costruire

per non dirmi semplicemente che avevi paura.

Paura della Vita, paura di me.



Mi dispiace Mamma,

Se la vita non è stata sempre gentile con te.

Neppure io ho sempre ricevuto carezze.

Mi dispiace Mamma,

se hai dovuto fare delle rinunce per il bene dei tuoi fratelli o dei tuoi genitori.

Li ho fatti anche io.

Mi dispiace Mamma,

se non hai potuto sempre far vedere al Mondo chi sei.

Anche io ho abbassato la testa e ho rimandato alcuni sogni.

𝑮𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝑴𝒂𝒎𝒎𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑽𝒊𝒕𝒂,

𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒄𝒐𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒊 𝒉𝒂𝒊 𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐!

𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒉𝒐 𝒑𝒐𝒕𝒖𝒕𝒐 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒇𝒐𝒓𝒎𝒂𝒓𝒍𝒐.

Grazie Stanza buia,

perché quando ne ho avuto bisogno,

avevo un posto dove rintanarmi e stare tranquilla a studiare,

lontano dai litigi di mamma e papà.

𝒆𝒅 𝑶𝒓𝒂, 𝑸𝒖𝒊… 𝑨𝒅𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒊𝒐!
2024-07-01 13:27